Il processo infinito dell’acciaio: l’acciaio è riciclabile al 100% e non perde le sue proprietà intrinseche.
24 Gennaio 2025
L’acciaio è riciclabile al 100% e può essere riciclato infinite volte senza perdere le sue proprietà originarie. Caratteristica che rende il recupero dei rottami ferrosi particolarmente vantaggioso.
Il riciclo dell’acciaio consente di risparmiare risorse naturali e riduce significativamente l’emissione di CO2, garantendo la sostenibilità ambientale. Riciclabile al 100%, applicato all’acciaio, sottolinea una delle sue proprietà più straordinarie: l’acciaio può essere fuso e riutilizzato per nuovi prodotti innumerevoli volte senza che le sue caratteristiche intrinseche siano compromesse.
L’acciaio riciclato mantiene le sue proprietà meccaniche, rendendolo indistinguibile dal materiale “nuovo”, e il suo impiego permette un notevole risparmio di risorse naturali, come il minerale di ferro e il carbone, oltre a ridurre l’impatto ambientale associato all’estrazione e alla produzione di materie prime.
La possibilità di riciclare integralmente l’acciaio lo rende un pilastro fondamentale dell’economia circolare, un modello economico che promuove il riutilizzo dei materiali riducendo sprechi e l’uso eccessivo delle risorse naturali.
Su questo punto fanno testo i riferimenti normativi relativi ai Cam (Criteri ambientali minimi) che, ad esempio nel settore dell’edilizia, prevedono l’uso di acciaio riciclato con percentuali variabili in relazione alla funzione, se strutturale o meno.
I criteri ambientali minimi sono requisiti volti a individuare, nelle fasi del ciclo di vita dell’opera, la migliore soluzione progettuale, il prodotto o il servizio sotto il profilo ambientale. Questi mirano ad orientare i processi edilizi verso un’economia circolare attraverso l’analisi del ciclo di vita dell’opera e dei relativi componenti.
Le aziende che forniscono lavorati o semilavorati di acciaio devono poter fornire le relative certificazioni di prodotto in linea con i criteri identificati nei Cam, in particolare il Cam Edilizia. Il processo di riciclo dell’acciaio inizia con la raccolta dei rottami ferrosi, che vengono poi trasportati agli impianti di riciclo. Qui, i rottami vengono separati in base alla qualità e al tipo, poi fusi in forni elettrici ad arco, alla temperatura di 1500 gradi Celsius. L’acciaio liquido ottenuto dalla fusione viene quindi riformato in nuovi prodotti, pronti per essere utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, domestiche o industriali.
Il ciclo di vita dell’acciaio, prodotto riciclabile al 100%
Vediamo più nel dettaglio quali sono i principali benefici del riciclo dell’acciaio.
Conservazione delle risorse naturali e riduzione dell’emissione di CO2
Ogni tonnellata di acciaio riciclato risparmia significative quantità di materie prime, come il minerale di ferro e il carbone, necessarie per la produzione di acciaio nuovo. Questo riduce la pressione sulle risorse naturali, contribuendo alla loro conservazione per le generazioni future.
Inoltre, la produzione di acciaio da rottami ferrosi richiede molta meno energia rispetto alla produzione da materie prime vergini. E questo si traduce in una significativa riduzione delle emissioni di anidride carbonica, un importante contributo alla lotta contro il cambiamento climatico.
Efficienza energetica
Il riciclo dell’acciaio è molto più efficiente dal punto di vista energetico rispetto alla sua produzione da zero. Le stime indicano che l’uso di rottami ferrosi può ridurre il consumo energetico fino al 74% rispetto alla produzione di acciaio nuovo.
La stima che l’uso di rottami ferrosi possa ridurre il consumo energetico fino al 74% rispetto alla produzione di acciaio nuovo si basa sul confronto tra le due principali tecnologie di produzione dell’acciaio. La produzione di acciaio in Italia è divisa tra il processo a ciclo integrale BF + BOF (Blast Furnace + Basic Oxygen Furnace) che trasforma il minerale di ferro in ghisa liquida e rappresenta circa il 20% della produzione, e i processi con forno elettrico ad arco (EAF, Electric Arc Furnace) che utilizzano rottami ferrosi e costituiscono circa il 80% della produzione.
L’Italia ha una forte tradizione nella produzione di acciaio tramite forni elettrici ad arco, che utilizzano principalmente rottami ferrosi ed è prima tra i Paesi del G7 per quota di acciaio prodotto con ciclo a forno elettrico. Fonte: Fondazione Symbola; ripreso da Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri: “L’Italia in 10 Selfie”.
Il forno elettrico ad arco è la principale tecnologia per la produzione circolare dell’acciaio circolare, grazie all’impiego di rottami ferrosi. Questa modalità di produzione è associata a un impronta carbonica inferiore rispetto al ciclo integrale (impiego dell’altoforno), con emissioni di circa 200 Kg di CO2 per la produzione di 1 t di acciaio, rispetto alle emissioni medie di 2 t di CO2 per tonnellata di acciaio grezzo degli altiforni.
Il futuro è segnato dall’impiego dell’idrogeno nei processi di combustione dei forni elettrici ad arco, come evidenziato dal Progetto UE “DevH2forEAF”, all’insegna dell’obiettivo ambizioso della Carbon Neutrality.
Nei più recenti forni ad arco elettrico, il contributo di gas naturali (metano o altri combustibili fossili) per fondere e raffinare i rottami metallici varia tra il 25% e il 45% dell’energia totale necessaria. I bruciatori a gas naturale forniscono un apporto energetico compreso tra 40 e 80 kWh per tonnellata di acciaio prodotto. Questo significa che la produzione di 100 tonnellate di acciaio richiede la combustione di 370-750 Nm³ (Normal metro cubo) di gas naturale, con emissioni di CO2 comprese tra 0,75 e 1,5 tonnellate. La sostituzione anche solo del 10% del gas naturale con idrogeno nell’intera produzione di acciaio europea porterebbe a una riduzione significativa delle emissioni di CO2, fino a 0,1 milioni di tonnellate all’anno.
La riduzione del consumo energetico e delle emissioni di CO2 derivante dall’uso di rottami ferrosi nel processo di produzione dell’acciaio è un contributo significativo alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare.
Riduzione dei rifiuti
Il riciclo aiuta a ridurre la quantità di rifiuti destinati alle discariche. Dato che l’acciaio è riciclabile al 100%, quasi tutto il materiale raccolto come rottame può essere trasformato in nuovi prodotti, riducendo la necessità di individuare spazi per lo smaltimento dei rifiuti. L’industria del riciclo dell’acciaio non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma crea anche posti di lavoro e genera attività economica attraverso la raccolta, il trattamento e la vendita di rottami ferrosi.
Come funziona lo smaltimento delle strutture in acciaio
Lo smaltimento di grandi strutture metalliche in Italia (soppalchi, pensiline, scale di sicurezza…) segue un processo regolamentato per minimizzare l’impatto ambientale e incentivare il recupero dei materiali.
Le fasi del processo di smaltimento includono un’indagine preliminare dell’edificio, la valutazione delle criticità, la rimozione di componenti pericolose e riutilizzabili, e la demolizione selettiva con separazione dei diversi tipi di rifiuti. Il deposito temporaneo dei rifiuti, la tenuta dei registri, il trasporto, il recupero e lo smaltimento finale dei rifiuti sono regolamentati dalla normativa, in particolare dal Decreto Legislativo n. 152/2006.
I costi associati allo smaltimento del ferro variano in base a diversi fattori:
la quantità di materiale da smaltire,
la presenza di contaminanti,
la distanza dagli impianti di trattamento,
le normative locali.
Il Codice Cer (Codice europeo dei rifiuti) è il modello di riferimento per la classificazione dei rifiuti di ferro e acciaio, delineando le procedure per la gestione e lo smaltimento responsabile di questi materiali. Alcuni codici rilevanti per il ferro includono il CER 17 04 01 per rifiuti di rame, ottone e bronzo e il CER 12 01 10 per i rifiuti metallici da demolizioni. Il rispetto della normativa, incluso il Decreto Legislativo n. 152/2006, è fondamentale per garantire un processo di smaltimento responsabile e promuovere l’efficienza di un’economia circolare.
Lo smaltimento corretto del ferro favorisce il recupero del materiale, riducendo la necessità di nuove estrazioni e promuovendo la sostenibilità.
Il responsabile per l’applicazione dei codici CER in un’azienda
In un’azienda che deve smaltire il metallo, la responsabilità per l’applicazione dei codici Cer (Codice europeo dei rifiuti) ricade generalmente sul responsabile della gestione dei rifiuti o su una figura analoga, come un responsabile ambientale o di sicurezza. Questa persona è incaricata di assicurare che l’azienda rispetti le normative vigenti in materia di smaltimento dei rifiuti, inclusa la corretta classificazione dei rifiuti secondo i codici CER.
Il responsabile deve garantire che i rifiuti siano adeguatamente identificati, separati e documentati, e che vengano seguite le procedure corrette per il loro smaltimento o riciclaggio. Responsabilità che include la compilazione e la gestione del formulario dei rifiuti e il mantenimento di registri accurati che documentino la tracciabilità dei rifiuti dall’origine fino alla loro destinazione finale.
Per maggiori dettagli sulle responsabilità specifiche e le procedure da seguire, è consigliabile consultare la normativa nazionale e locale applicabile, come il Decreto Legislativo n. 152/2006 in Italia, e ricercare linee guida specifiche per il settore di appartenenza dell’azienda.
Conclusioni
La capacità dell’acciaio di essere “riciclabile al 100%” non solo dimostra la sua versatilità e durabilità come materiale, ma sottolinea anche il suo ruolo cruciale in una gestione ambientale responsabile e in un’economia sostenibile. Favorire il riciclo dell’acciaio è un passo importante verso la riduzione dell’impatto ambientale dell’industria manifatturiera e la promozione di pratiche di produzione più sostenibili.